sabato 19 luglio 2014

A 22 anni da via D'Amelio, il ricordo in città Rita Borsellino: "Venga chi crede in Paolo" DIRETTA


Nel 22esimo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio Palermo ricorda il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta. Dibattiti e manifestazioni in città che culmineranno con la fiaccolata di questa sera. Il presidente della Repubblica Napolitano: "Indispensabile ricordare la figura di Borsellino".

11:10 "Pensiamo che non sia opportuno che in via D'Amelio vengano le persone che hanno perso il diritto di ricordare Paolo, è una polemica che non ho voluto, ma qui deve venire chi sente il bisogno di farlo, anche se sono poche persone. Non ho mai attaccato le istituzioni, semmai sono le persone che talvolta occupano dei ruoli da cui dovrebbero essere allontanate". Lo ha detto Rita Borsellino, intervenendo in via D'Amelio dove sono iniziate le manifestazioni in ricordo della strage in cui furono uccisi 22 anni fa il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.
11:00  A 22 anni dalla strage di via D'Amelio, la lotta contro la mafia registra "grandi passi avanti", dice il capo della Polizia Alessandro Pansa, a Palermo per commemorare le vittime dell'eccidio in cui morì il magistrato Paolo Borsellino. Alla domanda se tutta la verità è venuta fuori sulla stagione delle stragi, Pansa ha detto che "spetta alla magistratura il compito di andare fino in fondo per svelare eventuali altre verità".

10:55 "E' indispensabile non dimenticare che un'azione di contrasto sempre più intensa alla criminalità organizzata trae linfa vitale dallo sforzo di tutti nell'opporsi al compromesso, all'acquiescenza e all'indifferenza". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del 22° anniversario del barbaro attentato di via d'Amelio, in un messaggio inviato a Manfredi Borsellino.

Nel messaggio, Napolitano rende "commosso e partecipe omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina, che egualmente persero la vita". "Paolo Borsellino - prosegue il presidente della Repubblica - univa all'eccezionale competenza professionale ed al coraggioso impegno con cui combatteva la mafia la profonda convinzione che il contrasto alle organizzazioni criminali non si esaurisce nell'opera di repressione, ma deve generare un radicale cambiamento culturale al fine di affermare il primato del diritto contro ogni forma di violenza e di sopraffazione".

"Con questo spirito - conclude Napolitano - e nel commosso ricordo di sua madre, rinnovo a lei, alle sue sorelle, ai suoi famigliari e a quelli degli agenti di scorta i sentimenti di gratitudine e di solidarietà di tutti gli italiani".

10:50 Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento della Fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino e gli agenti della scorta, uccisi nell’attentato di via D’Amelio ventidue anni fa. Una manifestazione giunta alla sua diciottesima edizione, la più partecipata tra le manifestazioni antimafia a Palermo, che anche quest’anno ha avuto l’adesione di oltre quaranta sigle: associazioni culturali e di volontariato, movimenti giovanili, sindacati, gruppi studenteschi. Prevista anche la presenza di numerose delegazioni dalle altre città siciliane. A patrocinare la manifestazione il Comune e l’Università degli Studi di Palermo. Come ogni anno parteciperà alla manifestazione Giorgia Meloni, Presidente nazionale di Fratelli d’Italia.

La Fiaccolata partirà alle ore 20:30 da piazza Vittoria Veneto, percorrerà via Libertà e via Autonomia Siciliana per concludersi in via D’Amelio dove sarà deposto un tricolore e intonato l’inno nazionale.

10:45 "Il nostro Capo dello Stato deve andare a testimoniare al processo sulla trattativa a Palermo, deve venire a raccontare la verità di cui è custode". Lo ha detto l'ex pm Antonio Ingroia, intervenuto ieri a tarda sera, alla conferenza 'Un Paese senza verità' organizzato da Antimafia Duemila in occasione del 22/mo anniversario della strage di via D'Amelio in cui furono uccisi Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta.

Ingroia ha contestato il presidente del Consiglio, Renzi "il rottamatore che non ha speso una parola in difesa dei magistrati condannati a morte da Riina" e ha criticato la mancanza di "un progetto legislativo a sostegno della magistratura, mentre c'è un disegno di legge sulla responsabilità civile dei magistrati, non è questo - ha detto - quello che volevamo da questo parlamento. Sarebbe servita anche una Commissione sulle stragi seria che non avesse paura di approfondire la verità".



Poi l'ex magistrato è tornato a commentare il processo sulla trattativa Stato-mafia: "In quell'aula bunker le gabbie sono vuote perché i responsabili di quelle stragi sono all'esterno. Quei magistrati sono circondati da uno Stato colpevole che ha depistato per salvare solo se stesso. Non si potrà andare fino in fondo contro silenzi e omertà fino a quando non cambierà lo Stato, ma il cambiamento non potrà mai venire da questo Csm che si spartisce i posti in base al peso delle correnti. Un Csm così non farà mai procuratore aggiunto un Nino Di Matteo o un Francesco Del Bene, non lo farà fino a quando a presiederlo sarà un uomo come Giorgio Napolitano. Si può pensare che ci sia una questione personale con lui, so che per ingraziarselo si scrivono libri che giustificano la trattativa - ha aggiunto Ingroia riferendosi al saggio del giurista Fiandaca e dello storico Lupo - ma non è cosi, è una questione di democrazia. Certi uomini che hanno difeso la ragione di Stato hanno fatto molta carriera, come è accaduto a personaggi come Bruno Contrada o Mario Mori, uno condannato in via definitiva e l'altro imputato al processo trattativa e per la mancata cattura di Provenzano. Occorre dare una spallata al conformismo politico e giudiziario e all'opportunismo di carriera di alcuni professori, solo allora potremo dire di esserci meritati il sangue di Paolo Borsellino".

10:42  Il capo della polizia Alessandro Pansa ha commemorato a Palermo gli agenti di scorta vittime delle stragi di mafia. L'ha fatto nel giorno del 22/mo anniversario dell'eccidio di Via D'Amelio, deponendo una corona d'alloro davanti alla lapide posta nel Reparto Scorte della caserma Pietro Lungaro. Pansa parteciperà anche alla funzione religiosa che si terrà nella cappella della caserma. Alla cerimonia, oltre ai parenti delle vittime, hanno partecipato autorità civili e militari.

10:30 "Noi familiari delle vittime di mafia siamo stanchi di verità parziali. Paolo Borsellino difendeva quello stesso Stato che forse non sta dicendo fino in fondo la verità. A quella parte di Stato dobbiamo chiedere più coraggio e coerenza. Basta con le connivenze". Lo ha detto Margherita Asta, che nella strage di Pizzolungo, il 2 aprile del 1985, perse la madre e i due fratelli di 6 anni in un attentato destinato al giudice Carlo Palermo.

La donna ieri a tarda sera ha parlato nell'atrio della facoltà di Giurisprudenza, a Palermo, durante una conferenza organizzata da Antimafia Duemila per ricordare la strage di via D'Amelio. "Trovo vergognoso - ha aggiunto - che questo Stato non si ricordi di un magistrato come Carlo Palermo e non so ancora perché a 10 anni sono stata costretta a vivere privata dell'affetto di mia madre. Eppure, nonostante il processo si sia aperto dopo 17 anni, ho fiducia nella magistratura".

"Inizialmente gli esecutori materiali individuati già nel 1987 furono condannati e poi assolti - ha continuato Margherita Astra - ma la cosa più vergognosa è che nell'altra sentenza di condanna che individuò Riina e Virga come mandanti delle stragi è scritto che non si comprendono le motivazioni della sentenza di assoluzione degli esecutori materiali, che a seguito della sentenza passata in giudicato non possono più essere condannati per questo reato. Noi familiari siamo stanchi di verità parziali".

Alla conferenza intitolata 'Un Paese senza verità. Continuare a cercarla 22 anni dopo la strage di via D'Amelio', erano presenti anche il sostituto procuratore a Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, l'ex magistrato Antonio Ingroia, Salvatore Borsellino, il giudice argentino Juan Alberto Rambaldo e il sostituto procuratore di Palermo Francesco Del Bene.

"È questo - ha detto Del Bene riferendosi al processo sulla trattativa - il momento più alto in cui lo Stato deve processare sè stesso. O scopriamo ora la verità o sarà sempre più difficile".

"L'importanza del processo si evince dai nomi degli imputati che sono chiamati a rispondere di certi reati - ha continuato - e si dimostra anche della qualità dei testimoni che udienza dopo udienza vengono citati. Ci sono state delle barriere e sono venute dagli apparati dello Stato che per proteggere sé stessi e il potere gestito fino a quel momento hanno sollevato degli ostacoli. Sono apparati difficili da estirpare e che per legittimarsi si riciclano con forme diverse, perché il potere non vuole processare sé stesso".

La diretta della commemorazione per la strage di via D'Amelio a distanza di 22 anni.

Nessun commento:

Posta un commento