di Gaia Matteucci, umbra, laureata in Scienze Internazionali all'Università di Torino, con una tesi sul Km zero.
I gruppi di acquisto nascono su iniziativa dei
consumatori. Sono gruppi di persone, in genere amici, conoscenti o persone che
condividono ad esempio lo stesso palazzo o luogo di lavoro, che decidono di acquistare
periodicamente (generalmente a cadenza settimanale) prodotti direttamente dai
produttori locali mediante ordini collettivi.
In Italia tali iniziative si concretizzano nei GAS,
Gruppi di Acquisto Solidali, diffusi a partire dal 1994, quando nasce il
primo Gas a Fidenza. In quel periodo si diffonde in Italia l'operazione Bilanci
di Giustizia, che chiede alle famiglie aderenti di monitorare e modificare
secondo giustizia la struttura dei propri consumi, a partire dal carrello del
supermercato. Spesso sono proprio i gruppi dei bilanci di giustizia che
praticano gli acquisti collettivi tra le loro attività.
Nel 1996 viene pubblicata dal Centro Nuovo
Modello di Sviluppo la “Guida al Consumo Critico”, che contribuisce ad
accelerare il disagio verso il sistema economico e spinge verso la ricerca di
alternative. Tale guida ha lo scopo di orientare la scelta del consumatore
fornendo informazioni sul comportamento delle imprese relative alla sicurezza e
diritti dei lavoratori, impatto ambientale, sperimentazioni sugli animali,
legalità.
Nel 1997 nasce la rete dei gruppi di acquisto
solidale (www.retegas.org), con l'intento di collegare tra loro i diversi
gruppi, contribuire alla diffusione dei Gas e scambiare informazioni su
prodotti e produttori. Da allora il fenomeno si è diffuso a macchia d'olio su
scala nazionale, sia dal punto di vista della creazione di nuovi gruppi, sia
dal punto di vista della visibilità, caratterizzandosi per l’estremo dinamismo
e la facilità con cui nuovi gruppi e sensibilità nascono e muoiono anche in
tempi molto ridotti.
Il concetto di solidarietà, base valoriale dei
gruppi, si manifesta lungo tre direzioni. Innanzitutto verso i produttori locali
con i quali si instaura una relazione diretta e fiduciaria; verso i produttori
del sud del mondo, tramite l'adesione ai principi del commercio equo e
solidale; infine tra i consumatori stessi, che portano avanti collettivamente,
mediante lavoro volontario, le attività del gruppo.
Essere un “gasista”, quindi, non vuol dire
soltanto risparmiare attraverso gli ordini collettivi, ma, soprattutto, essere
un consumatore critico e chiedersi cosa c'è dietro ad un determinato bene di
consumo: se chi lo ha prodotto ha rispettato l'ambiente e il lavoro delle
persone che lo hanno trasformato, quanto del costo finale serve per pagare il
lavoro di chi lo produce e quanto invece va a coprire i costi dell'imballaggio,
della pubblicità e più in generale dell'intermediazione dovuta ad un
allungamento superfluo della filiera.
L'esperienza dei Gas, seppur spesso nell'informalità
e unicità di ogni realtà, è volta a creare dei luoghi di vendita alternativi
rispetto alla grande distribuzione all'interno dei quali ogni membro ricerca in
prima persona prodotti locali mediante un rapporto fiduciario e la relazione
diretta con i produttori del territorio.
I gruppi di acquisto solidali esistenti possono
strutturarsi in una triplice modalità (IRES, 2010). Una prima tipologia di
organizzazione è quella informale, caratterizzata dall'assenza di una vera e
propria struttura, adattandosi generalmente a quei gruppi di dimensione
ridotta, nati talvolta per sfuggire alle logiche della classificazione e dell'inquadramento
normativo. Le spese di gestione dell'attività vengono ripartite tra i soci
senza aggiungere ricarichi sui prezzi dei prodotti.
Una seconda tipologia prevede l'appoggio ad
un'associazione o a cooperative esistenti. Per realizzare ciò, occorre che i
membri diventino soci dell'associazione e che gli acquisti collettivi rientrino
tra le finalità dell'associazione. Il vantaggio di questa tipologia è la
possibilità di avvalersi delle strutture logistiche dell'associazione, praticamente
inesistenti nei casi dei gruppi informali.
Una terza tipologia è quella di formalizzare il
gruppo costituendosi in associazione. Questa esigenza generalmente sorge quando
il gruppo aumenta in termini di dimensione e preferisce diventare un soggetto
giuridico per ottenere anche agevolazioni, come l'utilizzo di strutture e
locali comunali o per ottenere fondi destinati alle associazioni.
Per quanto invece riguarda la comunicazione
all'interno del gruppo, questa avviene quasi esclusivamente via e-mail. In
questo modo vengono eseguiti gli ordini, inviate le comunicazioni e fissati gli
incontri. Gli ordini si basano su una lista di prodotti decisa dal gruppo per
gli acquisti collettivi, vengono quindi raccolti e sommati per definire un ordine
di gruppo che viene trasmesso al produttore. In genere viene individuato un
referente (talvolta due) per ogni prodotto acquistato. Questa persona, spesso
rappresentata da colui che propone il prodotto, ha l'incarico della gestione
completa dell'acquisto che consiste nelle attività di: informare il Gas circa
le modalità di acquisto, raccogliere gli ordini e inoltrare l'ordine
complessivo al produttore, organizzare il metodo di trasporto, eseguire il
pagamento, depositare il prodotto nella propria abitazione o nelle strutture a disposizione
del Gas e infine distribuire il prodotto tra i membri.
Il trasporto dei prodotti, nella maggior parte
dei casi, può avvenire mediante corriere per quel che riguarda i prodotti non
reperibili sul mercato locale, che si prestano alla spedizione poiché non
deperibili, o mediante consegna a domicilio da parte del produttore,
soprattutto per quanto riguarda i prodotti freschi. Per la distribuzione, nel caso
in cui i prodotti vengono depositati in un'abitazione privata, i membri del
gruppo cercano di ritirare il prodotto il giorno stesso, soprattutto se fresco.
Nel caso invece dei gruppi che hanno a disposizione delle strutture su cui appoggiarsi,
vengono fissati dei momenti precisi di distribuzione pagando generalmente al
momento del ritiro.
Il paniere dei prodotti acquistabili varia da
gruppo a gruppo, a seconda del livello di organizzazione e del numero di
membri. Dato che sono basati sul principio della responsabilità e del
volontariato, a Gas piccoli con strutture organizzative informali sono associati
panieri di prodotti limitati. I Gas più grandi, i quali possono appoggiarsi ad organizzazioni
già esistenti come associazioni, parrocchie, circoli, riescono invece ad offrire
ai propri membri una selezione di prodotti più ampia. É evidente come l'appoggiarsi
a terzi, o costituirsi come associazione, permette ai Gas di usufruire di servizi
quali magazzini, e sedi per il deposito e la distribuzione dei prodotti, e la possibilità
di avere più soggetti volontari referenti di compiti specifici, come la
gestione amministrativa e soprattutto la ricerca e la cura di rapporti con più
produttori, permettendo dunque l'ampliamento del paniere dei prodotti.
Tra i prodotti acquistabili si spazia dai
prodotti alimentari freschi o a lunga conservazione, prodotti per l'igiene
della casa e per la cura del corpo. Sul fronte della scelta dei produttori, in
genere, i Gas si orientano su produttori “piccoli, locali e solidali” (Saroldi,
2008) conosciuti direttamente o consigliati da altri Gas. I membri, infatti, danno
molta importanza alla fiducia come elemento indispensabile che indirizza le
scelte e come garanzia di qualità, che permette anche di indirizzarsi verso
produttori biologici che non hanno forme di certificazione istituzionalizzate.
Di pari passo va la dimensione locale del prodotto motivata dalla necessità di
sostenere i piccoli produttori e le economie locali e dalla convinzione che la
filiera corta produca un minor impatto ambientale. Il prezzo, invece, non
rappresenta un criterio discriminante nella scelta dei prodotti, che sembra
esser subordinata a criteri qualitativi e non meramente economici. Laddove non
è possibile acquistare prodotti locali oppure non esista un reale sostituto
presente sul mercato nazionale, la “solidarietà” del gruppo si orienta verso altri
circuiti come quelli del commercio equo e solidale.
Il rapporto di fiducia tra consumatore e
produttore, e, di conseguenza, il rapporto diretto che si viene a creare con
quest’ultimo, al fine di conoscere il più possibile i metodi di produzione,
sono elementi chiave nelle dinamiche dei gruppi di acquisto. Questa fiducia cresce
ancor di più quando è il consumatore a partecipare attivamente
all’organizzazione della fornitura, come nel caso dei Gas. L’interfacciarsi con
continuità con la propria clientela può permettere d'altra parte al produttore
locale una migliore conoscenza dei gusti e delle preferenze dei propri clienti,
per mezzo di un continuo scambio di informazioni. Grazie a ciò egli può
dedicarsi con maggiore cura alla qualità dei propri prodotti, permettendosi
così di vendere a prezzi leggermente più elevati.
I gruppi di acquisto cercano, ove possibile, di
visitare personalmente i produttori organizzando delle gite con degustazione.
L’atto d’acquisto non consiste più in un gesto automatico ma diventa il
risultato di un’esperienza diversa, cui si attribuisce consapevolmente
significato. I rapporti di prossimità tra consumatori e produttori generano un
legame relazionale ed identitario capace di rendere i singoli gruppi d'acquisto
stabili nel tempo. E' proprio il valore aggiunto innescato da tale legame identitario
che riesce ad attivare un rapporto di fidelizzazione tra consumatore e produttore
che ha modo di crescere esponenzialmente al diminuire della distanza tra i due
soggetti.
Uno spaccato sintetico ed esaustivo... Onestamente non avevo la minima idea di cosa fosse un GAS!
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