lunedì 29 aprile 2013

Occhi

di Luca Milani, ex studente di cinema campano, trapiantato nella città delle due torri.


Giovanni aspetta con Aldo che Irene arrivi, all’uscita della metro. Hanno parlato per una ventina di minuti del più e del meno, ma vivendo nella stessa casa e condividendo ogni esperienza gli argomenti in un’attesa piatta si sono consumati velocemente, e da un paio di minuti non aprono bocca.
Aldo legge distrattamente il quotidiano gratuito distribuito da una ragazza a pochi passi da loro, e Giovanni osserva la gente per strada, quand’ecco che il suo sguardo viene rapito da una bella ragazza ferma davanti al semaforo. “Come vorrei che si girasse verso di me”, pensa mentre l’osserva. E poco prima che scattasse il segnale verde per i pedoni, la ragazza si gira verso di lui, senza alcun motivo.
 La cosa fa nascere due pensieri in Giovanni; il primo lo fa riflettere sul fatto che non tutte le ragazze formose hanno un bel viso che meriti di essere ammirato, il secondo è una semplice frase che spesso viene detta, quasi per scherzo, e che esprime ad alta voce ad Aldo, pensando ad un divertente passatempo finché quella tiratardi di Irene non arrivi.
- Al, sai che si dice che se osservi con insistenza una persona poi quella si gira? –
- Ah, sì – risponde Aldo distogliendosi dal giornale e richiudendolo – Perché? –
- Perché potremmo vedere se funziona no? Ora ha funzionato –
- Ah, hai fatto girare qualcuno osservandolo? –
- Sì, una ragazza –
- Un caso –
- Forse. Ma tanto non abbiamo altro da fare, no? –
No, in effetti non hanno proprio altro da fare.
E così cominciano ad osservare la gente per strada, a volte si girano, a volte no, e non riescono a capire se siano effettivamente loro a stuzzicare quelle persone che si voltano o se semplicemente si ritrovano ad osservare solo persone dall’indole profondamente inquieta.
Tuttavia, man mano che i minuti vengono scanditi dagli orologi, le vittime aumentano, e cominciano a pensare che sia difficile trovare tanta gente dall’indole profondamente inquieta tutta insieme. In particolare Giovanni ha successo nel suo intento, e dopo circa un quarto d’ora dall'inizio di questo esperimento tutte le persone su cui si concentra si voltano verso un qualcosa d'indefinito nella sua direzione.
Quindi decide di osservare persone man mano più vicine a lui, e riesce più facilmente a raggiungere il suo scopo.
Anzi, osserva che non tutti si voltano subito: ci sono quelli che raddrizzano le spalle e si voltano con falsa nonchalance, quelli che si agitano vistosamente e guardano di sbieco verso quel punto indefinito sulla testa di Giovanni, quelli che si girano come se avessero sentito qualcuno chiamarli, e persino qualcuno che si volta di scatto, come spaventato da qualcosa.
È soddisfatto di quel che riesce a fare. Ha capito che è lui, sono i suoi occhi a fare quella magia.
Ma arriva Irene, con i suoi quarantasette minuti di ritardo, ad interrompere gli allenamenti della giornata.
- Iré, la prossima volta che ci chiedi di venirti a prendere ce ne restiamo a casa, sappilo!! - annuncia Aldo.
- Ma che ci posso fare se alla metro mi mi son sentita male e sono dovuta correre in bagno? -
- Dai raga, è inutile stare a discutere, ci stanno aspettando da Mara, muoviamoci!! - ricorda Giovanni, quindi si avviano.

Per giorni sia Aldo sia Giovanni non hanno pensato al loro esperimento sociale all'uscita della metro, ma Giovanni proprio non sa come ingannare il tempo alla fermata del bus per tornare a casa, e così un bel martedì pomeriggio riprende la sua attività. Stavolta tutto gli viene più facilmente: osserva qualcuno, quello si gira, punta un altro e pure riesce, si fissa su un altro ancora e puntualmente il suo intento si compie.

Così comincia a pensare, sull'autobus finalmente preso, alle potenzialità di quella sua dote, e decide di esercitarsi ogni giorno per scoprire ogni segreto.
Ed in effetti scopre molto: più ha voglia di far girare una persona prima quella si gira, difatti le vittime del suo sguardo sono quasi sempre ragazze; inoltre col tempo impara a trasmettere inquietudine nell'animo delle persone su cui si concentra, e con un altro po' di allenamento invece che della semplice inquietudine riesce a scegliere lui quale stato d'animo momentaneo donare coi suoi occhi.
E per il periodo universitario usa questo suo strano potere per aiutare gli amici, facendoli sentire meglio quando ne avevano bisogno, o per prendersi delle microvendette nei confronti di varie persone che le meritavano.
Come il suo padrone di casa, che dopo aver annunciato un consistente aumento dell'affitto si è misteriosamente innervosito, tanto da uscire di prepotenza dalla strada con la proprio macchina, facendo un piccolo (ma comunque molto costoso) incidente.

Ma finita l'università Giovanni smette di usare questo suo talento, un po' perché non gli sembra più giusto, un po' perché non gli riesce bene come un tempo.

Almeno finché, all'età di 47 anni, non si ritrova a dover aspettare un aereo che dovrebbe portarlo negli States, ma che purtroppo pare abbia dei problemi da risolvere prima di poter partire.
E così passano una, due, tre ore, e quel libro di cui gli mancavano poche pagine è ormai finito, ed alla quarta ora d'attesa, non essendo interessato a far casino con gli altri passeggeri, pensa a cosa faceva da giovane per ingannare il tempo, ed ovviamente subito gli torna in mente quel suo strano passatempo, e decide di riprovare.
Dapprima i risultati sono scarsi, ma mentre attendono per la quinta ora che l'aereo venga riparato il vecchio talento si risveglia, ed entro la partenza ha già riacquistato il potere di far innervosire chi osserva.
Negli States utilizza questa ritrovata abilità per mettere sotto pressione le persone con cui doveva vedersi per affari, ed unendo a questo la sua aggressività da imprenditore riesce a concludere contratti molto favorevoli per lui.
Una volta tornato a casa, decide di potenziare ancora di più questa dote, e si esercita per lungo tempo ogni giorno davanti allo specchio.
Ma purtroppo, forse per l'età, forse per l'errato nuovo esercizio, non riesce a liberarsi degli occhi incutenti soggezione, e la sera litiga pesantemente con la moglie ed il figlio.
Lo stesso accade il giorno dopo, e quello dopo ancora, ed infine il quarto giorno, di ritorno da una nervosa giornata lavorativa, a casa non v'è nessuno con cui litigare ancora, e non ci sarebbe più stato.
A lavoro non procede meglio: il suo collega nonché migliore amico Aldo lo abbandona sbattendogli la porta in faccia, i suoi dipendenti resistono un po' di più spinti dalla necessità dello stipendio, ma alla fine tutti capiscono che la salute viene prima del danaro, e così si ritrova solo.
Pure gli amici man mano tendono ad allontanarlo, sebbene provino tenaci per un paio di mesi di calmarlo, ma non riuscendo nell'impresa e non volendoci rimettere la loro salute mentale son costretti a demordere.
E nemmeno con se stesso Giovanni sta bene: non può vedersi allo specchio senza subire l'effetto dei suoi stessi occhi!!
E si ritrova a passare le sue stanche giornate davanti al televisore, guardando irritanti reality in cui la gente pare si scanni anche senza subire il suo sguardo, o telegiornali che annunciano tragedie ben peggiori della sua, o vedendo film così lontani dalla sua sensibilità attuale da risultargli noiosi.

Ma una mattina soleggiata, andando in bagno per radersi la barba incolta, Giovanni si fissa iracondo allo specchio: osserva gli occhi del suo alter ego dall'altra parte del vetro, e lo sfida a farlo incazzare ancora più di quanto non lo sia. Difficile impresa. Ma dopo quattro ore dall'inizio di questa silenziosa sfida, Giovanni urla straziato, si butta per terra ansimando, urla ancora, si alza e spacca lo specchio con un pugno, urla, urla ed urla ancora, prende a calci qualsiasi oggetto nel bagno, urla, va in cucina, urla, butta per terra il frigorifero, urla, esce fuori al terrazzo e continua ad urlare, si attacca alla ringhiera e la sbatte, la scuote, la percuote, la strazia, la massacra, ed infine la scardina, e con essa scardina la sua rete di salvezza.

Ora sta cadendo dal quinto piano, si volta ad ammirare un'ultima volta il cielo. Ma non urla più ora...
Sorride!!

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